Con la legge di stabilità 2015
Mannaia del governo Renzi su fondi economici e diritti dell'istruzione pubblica

Come un rullo compressore il governo antioperaio e antipopolare del Berlusconi democristiano Renzi asfalta senza sosta i diritti popolari, in questo caso della scuola pubblica e degli studenti.
Infatti nella legge di stabilità 2015, una manovra di lacrime e sangue da 36 miliardi di euro, uno dei comparti pubblici colpiti è quello scuola è università.
Viene tagliato il fondo per l’arricchimento e l’ampliamento dell’offerta formativa e per gli interventi perequativi previsto dalla legge 440/97 (formazione dei docenti, misure contro la dispersione scolastica, interventi perequativi, attività pomeridiane, scuole aperte il pomeriggio, formazione continua, alternanza scuola-lavoro), una notizia gravissima, che causa di fatto l’azzeramento del Fondo. Tale Fondo, infatti, che nel 1999 ammontava a 345 milioni di euro negli anni è stato progressivamente tagliato dai governi della destra e della “sinistra” borghese, arrivando recentemente a contare 19 milioni, ora definitivamente azzerati da questa manovra del Governo Renzi.
Oltre a ciò il governo del nuovo Berlusconi dopo le tante belle chiacchiere dimostra nei fatti la feroce politica antistudentesca del suo esecutivo su scuola e università: la costituzione delle commissioni degli esami di maturità con soli membri interni (e questa volta senza compenso) già introdotta una prima volta e poi abbandonata in maniera totalmente fallimentare dal governo Berlusconi, che azzera la neutralità della valutazione e lascia campo libero agli esamifici delle scuole private, l'utilizzo dei fondi del miglioramento dell’offerta formativa per la copertura dei docenti assenti perché avviene a scapito dei progetti e del recupero degli alunni in difficoltà, il taglio di oltre duemila collaboratori scolastici perché le scuole già oggi faticano a rimanere aperte, mancanza di investimenti per la ricerca dopo la riduzione delle risorse degli scorsi anni. Per le università il disegno della Legge di stabilità prevede dei tagli per centinaia di milioni di euro su spese e servizi relativi al Fondo Finanziamento Ordinario ed il Fondo Ordinario Enti di Ricerca a cui vanno aggiunti 18,8 milioni di euro di decurtazione del Fondo per gli anni 2015 e 2016 previsti dal Decreto Irpef ed i 170 milioni di tagli già previsti per il 2015 e consapevolmente non abrogati.
Il combinato disposto di questi provvedimenti metterà in seria difficoltà gli atenei, infatti ben 287,5 sono i milioni di euro di tagli previsti per il 2015. Colpito il personale amministrativo, tecnico e ausiliario, che viene ridimensionato di 2mila unità per 50 milioni di risparmio. Verranno ridotte le supplenze brevi, del personale Ata (circa 65 milioni di euro a regime) e soprattutto dei docenti.
Viste le premesse, il PMLI si unisce con forza al coro delle proteste delle organizzazioni studentesche che bollano la manovra del governo come l'ennesimo atto di sfascio dell'istruzione pubblica in Italia in continuità con i governi precedenti e invita le masse studentesche a scendere in lotta unendo le forze con con le lotte della classe operaia, per mettere in campo un'unica grande mobilitazione per la scuola pubblica, unitaria, gratuita e governata dalle studentesse e dagli studenti e per buttare giù il governo Renzi al servizio del capitalismo. La così detta “Buona scuola” tanto decantata da Renzi e Giannini e la legge di stabilità 2015 mirano, prendendo a esempio e ispirazione i modelli di scuola fascista promossi da Giovanni Gentile e dalla P2 di Gelli, a distruggere definitivamente la scuola e l'università pubblica spingendo le scuole martoriate economicamente a ricercare nel grande capitale privato della borghesia una forma di sussistenza, e al tempo stesso attraverso i numeri chiusi e la meritocrazia borghese escludendo i figli della classe operaia e delle fasce popolari più povere dai gradini più alti dell'istruzione pubblica. Tutto questo sfacelo le masse popolari non possono più tollerarlo!

19 novembre 2014